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Storie di cucito: intervista a Barbara | catandthesewingmachine

by Ladulsatina
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La storia di cucito di questo mese è quella di Barbara Mariani aka catandthesewingmachine. Barbara vive a Roma e cuce da quando ha 17 anni. Ha imparato a cucire da autodidatta in autonomia, nonostante provenga da una famiglia di artigiani e sarti (la nonna materna è stata una sarta specializzata). Cucire è la sua terapia e il primo capo di abbigliamento da adulto che ha cucito è stato l’abito in georgette per i diciotto anni di sua figlia.

Ecco la sua storia di cucito!


Ciao, presentati!

Ciao, sono Barbara e vivo a Roma con un marito due figli e quattro gatti. 

Ho studiato architettura, ma il mio sogno era di entrare all’Opificio delle pietre dure a Firenze, se a distanza di più di trenta anni è ancora il mio grande rammarico questo può indicare quanto l’arte e la manualità siano sempre stati importanti per me. 

La mia famiglia d’origine è operaia e artigiana e sono cresciuta in un’ambiente in cui il riciclo era la quotidianità e creare dalla propria fantasia e con le proprie mani era la regola. 

La mia nonna materna, che ora ha 97 anni, era sarta specializzata in tailleur e cappotti mentre sua sorella cuciva abiti da sera e da sposa. Non ha mai voluto che imparassi perché diceva che era un lavoro pesante e non ha mai voluto insegnarmi, ma era inevitabile che rimanessi affascinata. 

Barbara indossa un abito che si è cucita.

Come, quando e perché hai iniziato a cucire?

Ho iniziato attorno ai 17 anni a comperare abiti usati e a modificarli, tagliando e assemblando senza tecnica ma con entusiasmo e una gran faccia tosta. Con l’ago in mano ero un cane assoluto, ma quei brutti vestiti hanno coperto tutte le mie insicurezze e mi hanno dato coraggio. 

Ho cominciato a cucire seriamente solo dopo la nascita di mia figlia Elettra, ed inizialmente solo per lei, dopo qualche anno ho preso a fare abiti anche per me, quando più o meno avevo un’idea di quello che stavo facendo.  

Ho studiato da autodidatta: ho imparato dai libri e dalle lezioni sul web, ho tampinato chiunque potesse insegnarmi qualcosa e la mia proverbiale ostinazione mi è stata d’aiuto. 

La ricerca del bello è continua e trovarlo anche solo in una cucitura pulita o in una rifinitura benfatta mi fa bene.

Qual è il primo capo che hai cucito? Com’è andata?

Parliamo di un capo da adulto non da bimbo. 

Elettra mi ha chiesto di cucirle il vestito per i suoi diciotto anni…Panico!

Mi ha mostrato una foto di cosa voleva e io con la mia migliore faccia da poker ho detto di si, che lo avrei fatto. Aiutata da una modellista ho disegnato il vestito, che non è neppure semplice e ho cucito tutto a mano perché temevo che la macchina avrebbe “masticato” quel georgette così leggero. Ho fatto il corpino autoreggente in tundra di seta e poi ho drappeggiato a mano libera e fissato con piccoli punti invisibili. Insomma un parto per una con la mia esperienza limitata ma lei fu contentissima. A riguardare le foto vedo mille errori, ma nel mio cuore è perfetto.

Qual è il capo che hai cucito a cui sei più legata? Perchè?

Indubbiamente il mio primo cappotto, perché è un progetto complesso, pieno di dettagli che volevo puliti e che ho cucito con estrema lentezza e gustandomi tutto il processo.  

Perché ho amato il modello scelto, la lana della stoffa e la fantasia cravatta della fodera. Lo amo talmente tanto che l’ho indossato troppo e l’ho usurato, ora andrà in tintoria e uscirà solo per le occasioni speciali. 

In generale resto legata alle prime volte, a quei capi che mi hanno obbligata ad imparare una nuova tecnica e non ti nego che cerco sempre una nuova cosa da imparare da ogni progetto fosse solo un dettaglio da realizzare in modo alternativo.

Barbara indossa una giacca che si è cucita.
Barbara indossa un cappotto che si è cucita.

Quando e dove cuci?

Non ho una “stanza tutta per me” ma ho un angolo del soggiorno con finestra a mia disposizione, con il PC e le macchine pronte, i modelli arrotolati in un cesto, i libri a portata di mano e tutto l’occorrente vicino. 

Vorrei avere più tempo per cucire, ma lavorando tutta la settimana ho a disposizione solo il sabato pomeriggio e la domenica. In primavera ed estate mi piace cucire la mattina presto prima di uscire e lo faccio sul mio terrazzo, è il mio momento e luogo preferito!

Quante e quali macchine hai? 

Ho una Janome Memory Craft 6700P e una coverlock 3.0 della Pfaff.

Scegli prima il tessuto o il cartamodello? Cartamodelli in taglie o disegni tu i tuoi capi?

Sono stata molto impulsiva in passato acquistando i tessuti che mi piacevano prima di decidere il modello da cucire, oppure scaricando il modello e poi “parcheggiandolo” nella cartella documenti, ora non lo faccio più. Compero il modello e il tessuto che mi servirà nello stesso lasso di tempo, mi concentro di più sul progetto ed è più funzionale per me. Come avrai capito uso cartamodelli disegnati da altri, preferisco compagnie indipendenti ma ogni tanto ci scappa anche un Burda, poi li adatto al mio fisico oppure li modifico per avere un risultato diverso ed è una cosa che trovo molto divertente.

Barbara indossa un capo che si è cucita.

L’errore di cucito più clamoroso e la lezione che hai imparato?

Errori ne ho fatti parecchi in tutti questi anni! Quelli che mi ricordo meglio sono due, a distanza di anni l’uno dall’altro, ma di fatto sono lo stesso: ho sbagliato la simmetria dei pezzi. 

Una camicia button down con due davanti dello stesso lato, per fortuna avevo comperato stoffa in più e ho potuto tagliare il lato mancante e un cappotto con molti tagli che è diventato un color blocking perché ho dovuto utilizzare una stoffa completamente diversa per poterlo rendere indossabile. 

Ho imparato che non devo tagliare la stoffa quando sono troppo stanca o quando sono distratta, ma anche che ho una buona capacità di recupero e creatività, che mi aiuta a rimediare i danni!

Cuci solo per te o anche per altri?

Cucio principalmente per me e mia figlia ma negli ultimi anni lo sto facendo anche per altri, mi affascinano i corpi non standard, quelli in trasformazione e le personalità forti. Il mio sogno è cucire per loro. Purtroppo il tempo a mia disposizione è diventato davvero poco e faccio fatica a terminare progetti lunghi.

Barbara indossa una blusa e dei pantaloni che si è cucita.

In cosa il cucito ti ha cambiato la vita?

Quando ero più giovane poter cucire o modificare i miei vestiti mi è servito per trovare sicurezza e conforto in quello che indossavo, per sentirmi a mio agio. Crescendo è stata la mia terapia, aiutandomi nella concentrazione e astrazione quando ho la mente troppo affollata e ho bisogno di decomprimermi, mi ha insegnato la pazienza e la perseveranza. E poi cucire mi segue da sempre, asseconda i miei cambiamenti di gusto (o di taglia) dandomi sempre la possibilità di vestire/essere la più coerente versione di me. Il cucito più che cambiarmi la vita, ne fa parte integrante e la completa.

Da quando cuci è cambiato il tuo modo di fare acquisti?

Acquisto pochissimo e solo intimo e scarpe. Non mi è mai piaciuto fare shopping e quando vedo qualcosa che mi attrae in vetrina non penso mai di comperarlo, piuttosto è d’ispirazione per un progetto di cucito. Non cerco mai di copiare però, non mi piace.

Un libro di cucito che ci consigli di leggere?

“Complete guide to sewing” è un testo vecchiotto ma completo sulle tecnica del cucito e quando ho dubbi su come procedere o sulle cuciture a mano lo consulto.

Che consiglio/consigli daresti a chi vuole iniziare a cucire?

Consiglierei di cominciare con qualcosa di semplice ma di sicura soddisfazione e di fare le cose con calma godendosi i passaggi. Di non avere paura di sbagliare e di scucire ogni volta che serve, perché fa parte del gioco e lo facciamo tutti, ma anche di saper apprezzare il lavoro fatto.

Barbara indossa un outfit che si è cucita.

Qual è il tuo prossimo progetto di cucito?

Ho in cantiere un paio di bluse estive per me e pantaloni leggeri ma il tuxedo per mia figlia, per la sua laurea in autunno, sarà il lavoro dell’estate. Sento giusto un filino di pressione…


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