Home RubricheStorie di cucito STORIE DI CUCITO: intervista a Emilia | emilia_to_nuno

STORIE DI CUCITO: intervista a Emilia | emilia_to_nuno

by Ladulsatina
0 comment

La storia di cucito di questo mese è quella di Emilia Bergoglio. Emilia vive e lavora a Tokyo. Si è trasferitə in Giappone mentre studiava per la sua laurea magistrale in Neuroscienze e durante il dottorato di studi ha iniziato a cucire. Il suo primo capo cucito è stato una canotta in sbieco di seta… come si dice un inizio con il botto 😄 Da allora non ha più smesso.

Ecco la sua storia di cucito. Buona lettura!


Ciao, presentati!

Mi chiamo Emilia Bergoglio e sono unə neuroscienziatə che vive e lavora a Tokyo. Mi sono trasferitə in Giappone nel corso della laurea magistrale, ho fatto il dottorato qua e ora lavoro per una startup. Ho anche conseguito un diploma di conservatorio e sono sempre statə un tipo creativo, avendo provato più o meno tutti gli hobby, dalla pittura, alla poesia, alla carpenteria. Documento le mie creazioni su instagram dove sono @emilia_to_nuno e sul mio blog emiliatonuno.blog. Scrivo brevi saggi sul mio Patreon

Emilia indossa capi che ha disegnato e cucito.

Come, quando e perché hai iniziato a cucire? 

Ho iniziato a cucire quando ho iniziato il dottorato. La motivazione principale è stata quella etica: mi ero appena iniziatə ad interessare alla moda sostenibile, che generalmente ha prezzi inavvicinabili, oltre ad avere forme molto semplici da ricreare. D’altro lato avevo anche bisogno di un hobby che fosse molto diverso dal mio lavoro, ancora meglio se creativo. Ho sempre collezionato stoffe (originariamente sono del Biellese per cui “wool country”), per cui iniziare a cucire è stata un’evoluzione naturale. 

Emilia indossa pantaloni che ha cucito. Cartamodello Adeline di Viki Sews.

Qual è il primo capo che hai cucito? Com’è andata?

Una canotta in seta fatta sullo sbieco e a dire il vero mi era andata non male! Nessuno mi ha mai detto che la seta era “difficile” da cucire (non lo è, ci vuole solo pazienza, calma, ed una mano ferma) e allora volevo delle canottine leggere, per cui ho letto su un libro di modellistica come tagliare un capo sullo sbieco e voila, sono andatə senza paura.

Qual è il capo che hai cucito a cui sei più legatə? Perchè?

A dire il vero non sono molto legatə a nessun capo in particolare. Per me la parte della creazione e la pratica dell’arte del cucito sono la componente più importante di questo hobby, per cui una volta che ho completato il capo questo perde un po’ di interesse per me. D’altro lato i pezzi con cui ho imparato di più generalmente hanno per me un significato più forte, per cui direi ogni prima iterazione di un nuovo cartamodello che sviluppo ha un posto speciale nel mio cuore. 

E il capo più difficile che hai cucito? Perché è stato difficile?

Tendenzialmente non trovo molti capi difficili, e la difficoltà per me dipende molto dal tessuto. Per esempio, l’anno scorso ho fatto un trench coat per il mio partner e ho odiato ogni momento, non tanto per le mille piccole parti, ma perché il tessuto era difficile da lavorare, per non parlare dei chilometri di impunture…

Sicuramente una giacca può presentare diverse difficoltà, ma trovo che con pazienza e mille imbastiture passa la paura.

Quando e dove cuci?

Una volta, quando ero giovane (sigh) cucivo un sacco la sera, fino a notte inoltrata! Ora, con il lavoro, alla sera riesco solo a prendere in mano i ferri per 10 minuti prima di addormentarmi. Al momento cucio nei weekend, e preferisco fare una tirata di molte ore piuttosto che cucire 30 minuti qua e 10 là (ambedue metodi sono validi, ma la mia testa preferisce il primo). Dal momento che in genere cucio fondamentalmente completi o comunque abiti da ufficio, lavoro a passo di lumaca, cosa che non mi spiace dal momento che la parte più bella di questo hobby per me è il cucire, non il prodotto finito. Anzi, sono spesso un po’ triste alla fine. 

Emilia indossa capi che ha disegnato e cucito.
Emilia indossa una giacca che ha disegnato e cucito.

Quante e quali macchine hai? 

Ho una JUKI semi industriale (JUKI TL-98DX) con cui cucio il 90% dei capi, ed una combo tagliacuci/coverstitch sempre JUKI. Oltre a queste macchine standard ho anche una piccola macchina vintage degli anni 60 che uso praticamente solo per fare lo zig zag. Ho comprato tutte le mie macchine nelle aste su Yahoo! Japan, dove si trova di tutto di seconda mano.

Scegli prima il tessuto o il cartamodello? Cartamodelli in taglie o disegni tu i tuoi capi? 

Scelgo prima il cartamodello e compro il tessuto sempre con un’idea in testa. Generalmente disegno io i capi per l’ufficio, mentre uso cartamodelli per quelli per il tempo libero. Questo è dovuto al fatto che non sono mai riuscitə a trovare dei cartamodelli che fossero belli, classici, con tutti i dettagli che volevo, e che fossero allineati con la mia espressione di genere. Ho iniziato a studiare la modellistica giapponese e mi sto trovando molto bene.

Emilia indossa capi che ha disegnato e cucito.

L’errore di cucito più clamoroso e la lezione che hai imparato?

Cucire una manica al contrario è un classico intramontabile per me e ho imparato a fare sempre punti molli (uno per il davanti, due per il dietro).

Cuci solo per te o anche per altri?

Principalmente cucio per me, alle volte per il mio partner, che preferisce pagare un sarto invece di occupare il mio tempo libero con richieste (saggia decisione). In passato ho cucito parecchio a pagamento ma ora non più per mancanza di tempo.  

In cosa il cucito ti ha cambiato la vita?

Sicuramente avere l’abilità di eseguire con totale controllo la mia visione, in una maniera che non solo si adatta al mio corpo, ma anche alla mia “gender identity”. Specialmente avendo imparato la modellistica, non sono più vincolatə né dalla moda, né da altri patternmakers con vedute del mondo non troppo progressive. Inoltre è un hobby che occupa diverse parti del mio cervello, dalla parte analitica/scientifica, alla memoria, al “mindless muscle memory”. Grazie al cucito sono anche venutə in contatto con persone da tutto il mondo e ho fatto nuove amicizie con persone che non avrei altrimenti mai incontrato.

Emilia indossa una giacca che ha disegnato e cucito.

Da quando cuci è cambiato il tuo modo di fare acquisti/shopping? Se sì come?

Non faccio più shopping, se non per le scarpe. Nel corso degli ultimi anni ho acquistato alcuni articoli di seconda mano ma li posso contare sulle dita della mano destra. Inoltre, ho perso completamente traccia delle mode e tendenze, dal momento che non vado più in negozi di abbigliamento. 

Un libro di cucito che ci consigli di leggere?

Un buon libro di modellistica, ed un libro di tecniche (ce ne sono un mucchio in circolazione). Trovo molto interessante confrontare tecniche diverse per ottenere lo stesso risultato.

Che consiglio/consigli daresti a chi vuole iniziare a cucire?

Il cucito non è difficile, ma richiede pazienza. Non fatevi intimidire da tutti i profili su instagram il cui sport preferito è trasmettere informazioni in maniera molto negativa, dove “challenging” – impegnativo – e “trouble areas” – aree problematiche – sembrano essere le parole principali. Io ho imparato tutto su vari libri del cucito e solo dopo due anni ho iniziato a guardare online, ma se dovessi iniziare oggi mi scoraggerei non poco. Inoltre, non fidatevi delle persone che dicono “questo è l’unico metodo per fare x”. Ci sono sempre almeno tre metodi diversi per ottenere lo stesso risultato, nessuno è più giusto dell’altro.

Qual è il tuo prossimo progetto di cucito?

Sempre completi! Sto lavorando ad un nuovo cartamodello per l’estate, oltre alla versione 2.0 della camicia che ho disegnato l’anno scorso. Inoltre sto pensando ad altri capi che mi piacerebbe indossare nel tempo libero, dopo il mio divorzio dai Persephone Pants. 

Trovi Emilia (they/them) su:

Support her work on Patreonhello@emiliatonuno.blog

Leggi tutte le altre STORIE DI CUCITO >>>

You may also like

Leave a Comment